La pandemia da Covid-19 non ha solo determinato gravissime perdite economiche per un comparto colpito duramente dalle restrizioni e dai lockdown.
La terribile malattia, con la quale stiamo ancora imparando a convivere, è anche un’occasione per i ristoratori. Per esempio, i clienti e gli avventori cercano tranquillità per i propri eventi: hanno voglia di vivere e di festeggiare, e rivedendo delle pratiche consolidate e portandole in questo universo post-contagio, i professionisti del settore possono accontentare loro… e avere un proprio profitto.
Trasformare un rischio in un’opportunità
In termini generali, la clientela di questo periodo storico cerca sicurezze senza rinunciare alla possibilità di socializzare e stare insieme: un ambiente dove questi particolari siano stati curati nei minimi dettagli sarà preferito rispetto ad altri.
Allora sì alle postazioni per igienizzarsi le mani, alle mascherine coordinate per i camerieri, e ai tavoli un po’ distanziati. Questi, nello specifico, non saranno solo una fissazione per paranoici, ma daranno un senso di esclusività al tutto. I particolari verranno da sé, declinati secondo le richieste dei vostri clienti, ma in generale troviamo che con una certa attenzione per alcuni dettagli gli eventi nel loro complesso appaiano più curati.
Buffet sì o buffet no?
Che sia per un brunch, un pranzo per una comunione o una festa dei diciott’anni, il buffet fa subito all you can eat: grande divertimento ma grande confusione, con il rischio di bacilli che volano sul cibo. La tendenza di questo momento è allora il buffet servito, col personale a controllare flussi di ospiti e a prevenire situazioni in cui l’igiene non sia garantita.
Una situazione ibrida potrebbe essere, per certe preparazioni, la cucina a vista – il lavoro degli chef per situazioni come cottura della carne, sfilettatura del pesce, decorazioni espresse su dolci e altro può essere altamente spettacolare e aggiungere un elemento di intrattenimento all’evento, contemporaneamente rassicurando sull’abilità di chi lavora e sulla loro attenzione all’igiene. Pensiamolo, in un certo senso, come un processo analogo alla cucina giapponese di certi ristoranti dotati di kaiten.